I bisogni profondi, la sessualità e quando il sesso diventa un “antidepressivo”

Pubblicato il 18 luglio 2019 in Psicoanalisi, Psicoterapia

Il sesso è difficile: è vero. Ma è il difficile che ci è stato affidato, quasi ogni cosa seria è difficile, e tutto è serio. […] Male è che quasi tutti usano male questa esperienza e la sprecano o l’applicano come stimolo nei luoghi stanchi della loro vita.”

M. R. Rilke

RANDACCIO Rilke

L’importanza della sessualità nella vita psichica e comportamentale è ormai un assunto acquisito. La psicoanalisi di Freud ha sostanzialmente elaborato una teoria del funzionamento motivazionale psichico dell’uomo ponendo la sessualità, la libido, come motivazione centrale, ispirandosi a Darwin e a Schopenhauer.

Recentemente lo psicanalista Joseph Lichtenberg ha elaborato un modello, relativamente semplice nella sua complessità, per definire le motivazioni dell’esistenza umana: esistono cinque macro sistemi motivazionali che guidano il nostro comportamento e la nostra attività psichica in ogni istante della nostra vita.
In ogni momento il nostro esistere è, più o meno consapevolmente, governato da una motivazione di base appartenente a uno dei seguenti sistemi motivazionali:

1: Sistema motivazionale che regola le esigenze biologiche, come il sonno, la fame, i bisogni fisiologici.

2: Sistema motivazionale dell’attaccamento affiliazione, che regola i bisogni di vicinanza, prossimità, accudimento, intimità affettiva, sicurezza.

3: sistema motivazionale della sessualità-sensualità che regola i contatti fisici relativi rispettivamente al piacere corporeo che porta all’orgasmo e al piacere corporeo di contatto (attività sessuale e altre esperienze corporee come il massaggio, le carezze…)

4: sistema motivazionale dell’esplorazione e dell’assertività che regola l’acquisizione di nuove conoscenze e competenze come nelle attività di apprendimento, e il bisogno di sentirsi capaci e di affermare se stessi. Questo sistema è strettamente correlato al sistema motivazionale dell’attaccamento poiché un attaccamento sicuro, cioè l’acquisizione di un implicito ottimismo rispetto all’accoglienza dei propri bisogni e la risposta positiva ai nostri bisogni da parte delle figure di attaccamento, ci rende sufficientemente “al sicuro” da poter esplorare l’ambiente circostante. Rischiare in sicurezza.

5: Sistema motivazionale dell’aggressività, questo sistema si attiva quando viene frustrato un bisogno relativo ad uno dei quattro sistemi precedenti.

In estrema sintesi possiamo capire in qualsiasi momento della nostra vita quale di questi cinque sistemi sta orientando il nostro funzionamento psichico e il nostro comportamento.

Esistono però situazioni in cui non c’è chiarezza tra i sistemi motivazionali, c’è uno sconfinamento di un bisogno da un sistema ad un altro e c’è una confusione organizzativa implicita che crea situazioni clinicamente importanti.

All’interno di queste disorganizzazioni relative ai sistemi motivazionali la sessualità ricopre un ruolo importante, e con il cambiamento e la trasformazione dei costumi e dei modelli culturali questo sta accadendo sempre di più, basti pensare ai social media, come Tinder, creati proprio per avere rapidi approcci e conoscenze esplicitamente orientate alla sessualità.

Accade che consapevolmente si è alla ricerca di un’esperienza sessuale ma in profondità, inconsciamente, il bisogno è diverso.
In altre parole vengono sessualizzate altre aree e altri bisogni come ad esempio il bisogno di vicinanza e di rassicurazione (sistema motivazione dell’attaccamento): si cerca un partner sessuale ma in profondità il bisogno è quello di una vicinanza affettiva, della sua presenza, di un’esperienza di attaccamento.
In altri casi si cerca un’esperienza sessuale non per il piacere fisico nell’incontro con l’altro in sé, ma per affermare se stessi e vedersi confermati, il piacere sessuale in questo caso non avviene all’interno di una cornice relazionale ma all’interno di una dinamica narcisistica in cui è al servizio di un rispecchiamento narcisistico e fornisce una sensazione rivitalizzante per il proprio sé che torna a sentirsi vivo, in questo caso è come se la sessualità avesse una funzione antidepressiva, per riempire un vuoto.

Un lavoro analitico sui bisogni inconsci rimossi, sulle motivazioni profonde e sulla loro sessualizzazione porta la persona ad avere maggiore consapevolezza di sé e di cosa cerca, “liberando” la sessualità da attività che non le competono e ricollocandola nel luogo speciale che le compete.

In questo senso la frase del poeta Rilke anticipa e illustra in maniera esemplare, come spesso accade, le riflessioni psicoanalitiche.

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