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L’approccio sistemico processuale alla psicopatologia mira ad un modello eziopatogenetico esaustivo a partire dall’interdipendenza tra attaccamento e differenziazione del Sé
Il sistema di attaccamento fornisce la base sicura per l’esplorazione e la rassicurazione. Lo sviluppo cognitivo ed il progredire del pensiero concreto e logico formale si innesta sul tipo di attaccamento e sulle rappresentazioni cognitive del sé e del mondo. In adolescenza l’avvento del pensiero logico astratto innesca una riorganizzazione cognitiva che è il preludio per lo stabilizzarsi di una struttura stabile e coerente, basati su meccanismi di controllo decentralizzato.
Problemi nell’attaccamento comportano difficoltà nella capacità di distanziamento e nella capacità di decentramento e di cogliere gli stati mentali dell’altro. Questo fa sì che il pensiero logico astratto venga in qualche modo ostacolato e venga mantenuto un modello di ordinamento della realtà concreto ed immaturo, caratterizzato da monodimensionalità, globalità, invarianza ed irreversibilità.
Nell’approccio sistemico processuale normalità, nevrosi e psicosi vengono collocati lungo un continuum che esprime un livello di qualità organizzativa specifica per ciascun individuo e per esperienze di accudimento ed attaccamento ed un livello di quantità; quest’ultimo è relativo alla rigidità, alla concretezza ed alla mancanza di flessibilità e di riorganizzazione e plasticità delle rappresentazioni cognitive che determina il livello di patologia.
Dunque ciascun individuo possiede una propria peculiare organizzazione cognitiva basta su caratteristiche uniche e su esperienze specifiche, tale organizzazione può tramutarsi in disfunzione cognitiva a seguito della mancata riorganizzazione adolescenziale o di eventi di vita particolari che fungono da trigger per scompensi clinici. Ciascuna organizzazione cognitiva contiene processi di elaborazione esplicita e tacita, una spinta alla coerenza, lo sviluppo dell’identità e delle attitudini verso di sé e verso la realtà.