Gesti e parole: il primo vocabolario del bambino

Introduzione

L’articolo da cui intendiamo prendere spunto è: “Il primo vocabolario del bambino: gesti e parole a 14 mesi” di Casadio, Caselli (1989).

Nell’articolo sopra citato gli autori hanno analizzato la capacità comunicativa del bambino attraverso la modalità gestuale e vocale nei bambini di 14 mesi seguendo un’ipotesi innovativa che supera la dicotomia tra una fase prelinguistica caratterizzata dall’uso dei gesti ed una linguistica in cui compaiono le prime parole.

Infatti diversi autori hanno dimostrato che gesti convenzionali prodotti in presenza o meno  di oggetti sono simili ai nomi per quel che riguarda la loro funzione di riconoscimento o categorizzazione (Bates, Benigni, Bretherthon, Campioni, Volterra, 1979, Escalona, 1973). Va detto inoltre che gesti e parole sembrano avere uno sviluppo parallelo verso i 14 mesi di età.

L’utilizzo dei gesti compare prima rispetto alla capacità comunicativa attraverso la parola, questo però non implica che i gesti non possano essere considerati come semplici “schemi di gioco simbolico”, anzi possono essere utilizzati con scopi comunicativi precisi:

  • Richiesta ritualizzata
  • Dare
  • Mostrare
  • Indicare

Esistono inoltre alcuni gesti che possono essere definiti come referenziali o simbolici o segni; tali gesti hanno un potere comunicativo fortissimo.

Infine sottolineiamo che anche le parole attraversano una prima fase in cui il loro utilizzo può essere “non referenziale”.

Nonostante tutti questi dati persiste la convinzione che parole gesti siano distinguibili in due fasi distinte.

Un ulteriore aspetto che riguarda l’analisi della comunicazione nell’ottica di una continuità comunicativa ed un’equipotenzialità tra gesti e parole, che comporrebbero insieme un unico sistema, riguarda il rapporto tra produzione e comprensione: quest’ultima sembra, infatti, precedere la prima (Benedict, 1979).

Dunque alla luce di queste premesse il lavoro proposto da Casadio e Caselli si propone di indagare:

  • Il rapporto fra produzione e comprensione verbale
  • Il rapporto fra produzione e comprensione verbale e produzione gestuale
  • Il rapporto tra gesti e parole in relazione alla diversità dei contesti situazionali e comunicativi

Metodologia e campione

La ricerca condotta dagli autori dell’articolo ha utilizzato un campione di 20 bambini di età compresa tra i 13 e 21 giorni e i 14 mesi e 7 giorni ed i loro genitori, sulla base delle ipotesi secondo cui è praticamente impossibile indagare la comunicazione del bambino senza tener conto delle persone che interagiscono maggiormente con lui (Snyder e coll., 1981).

Ai genitori è stata somministrata un’intervista composta da 3 parti:

  • una lista di parole, composta da 294 voci suddivise in 18 categorie;
  • una lista di gesti , costituita da 62 gesti suddivisi in 6 categorie;
  • un questionario sull’uso di gesti e parole in contesti situazionali e comunicativi diversi, composto da 48 voci divise in 8 categorie.

Evidenze

Dai risultati sono emerse diverse annotazioni.

I bambini producono circa 18 parole e ne comprendono 126, anche se esistono diverse differenze individuali. Le categorie più prodotte sono: persone, veicoli, animali, cibo e parole/azioni.

Rispetto ai gesti i bambini ne producono in media 35, equidistribuiti nelle diverse categorie.

Con i bambini di questa età (14 mesi circa), dunque, è necessario prendere in esame sia i gesti che le parole, infatti i due sistemi comunicativi sembrano mostrare funzioni complementari: gesti e parole non si riferiscono in genere agli stessi referenti; in caso contrario sembra che la comunicazione rafforzata dal doppio canale comunicativo riguardi quelle routine che i bambini percepiscono come unità.

Inoltre gesti e parole sembrano essere in relazione tra di loro come avviene nei bambini bilingui: vengono utilizzati alternativamente in accordo con un principio di economia nel vocabolario dei singoli bambini; questo dato supporta l’ipotesi dell’unico sistema comunicativo.

L’uso del bambino dell’una o dell’altra modalità, anche se queste raggiungono comunque lo stesso livello di rappresentazione, sembra essere legata al contesto comunicativo; le parole, ad esempio, sono preferite ai gesti in presenza percettiva di referente ed in assenza di possibilità manipolativa dell’oggetto.

Gli adulti, infine, tendono ad interpretare come comunicative soprattutto le produzioni verbali, dato che potrebbe essere una valida spiegazione del perché la modalità comunicativa verbale prevarrà su quella gestuale.

Conclusioni

Dunque l’ipotesi di una continuità tra le modalità comunicative verbali e gestuali è confermata ampiamente. Inoltre il prevalere dell’una sull’altra sembra essere rafforzata dall’interazione con i genitori. Il fatto che gesti e parole abbiano uno stesso livello di rappresentazione, svolgano funzioni sia richiestive che dichiarative e permettano un’interazione triadica comporta una serie di importanti considerazioni sia di tipo evolutivo che clinico.

Ad esempio la presenza di una modalità comunicativa gestuale completa ed evoluta è indice di una capacità comunicativa non solo possibile ma anche equivalente rispetto a quella verbale; inoltre anche dal punto di vista della teoria della mente la modalità comunicativa gestuale permette al bambino di mentalizzare e di sviluppare una capacità metacomunicativa e rappresentazionale.

Bibliografia

  • Bates, E., Benigni, I., Bretherthon, I., Campioni, L., Volterra, V. (1979), Dal gesto alla prima parola, Età evolutiva, 2, 55-74.
  • Benedict, H. (1979), Early lexical development: comprehension and production, Jourmal of Child Language, 6, 183-200.
  • Casadio, P., Caselli, M. C. (1989) Il primo vocabolario del bambino Gesti e parole a 14 mesi, Età Evolutiva, 33, 32-42.
  • Escalona, S. (1973), Basic modes of social interaction: their emergence and patterning during the first two years of life, Merril-Palmer Quarterly, 19, 205-232.
  • Snyder, L., Bates, E., Bretherton, I. (1981), Content and context in early lexical development, Journal of Child Language, 8, 565-582.

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