Il narcisismo e la psicologia del Sé

La definizione di salute mentale fornita da Kohut rappresenta un altro passo avanti della psicologia del Sé rispetto alla psicoanalisi classica, e sottolinea come il narcisismo ne sia un elemento fondamentale. Egli, infatti, afferma che “a causa dell’intrusione impropria del sistema altruistico di valori della civiltà occidentale” (“La ricerca del Sé” del 1978), il narcisismo viene totalmente e colpevolmente escluso dal concetto di salute psicologica, ed assume una connotazione esclusivamente negativa e patologica.

Kohut propone di sostituire la definizione di Freud di salute psichica intesa come “capacità di amare e lavorare” con la seguente: “l’individuo sano deve essere capace di amare lavorare con successo”. Questa definizione offre al narcisismo la possibilità di essere considerato una parte integrante e fondamentale delle capacità e delle potenzialità positive e sane dell’individuo.

A testimonianza di questa affermazione Kohut propone una rassegna dettagliata delle diverse forme del narcisismo, ed in particolare delle potenzialità e delle capacità che emergono dall’utilizzo, in circostanze ottimali, delle energie narcisistiche da parte dell’Io (“La ricerca del Sé” del 1978).

Forme del narcisismo:

  • Esibizionismo:

L’esibizionismo, in senso lato, può essere considerato come la principale dimensione narcisistica di tutte le pulsioni, come l’espressione di un’enfasi narcisistica sulla meta di una pulsione (sul Sé come esecutore) piuttosto che sul suo oggetto. L’oggetto è importante solo in quanto è invitato a partecipare al piacere narcisistico del bambino e quindi a confermarlo. Prima che la separazione psicologica si sia stabilita, il bambino sperimenta il piacere della madre nel suo intero Sé corporeo come parte del proprio apparato psicologico. Dopo che la separazione psicologica ha avuto luogo, il bambino ha bisogno del “luccichio negli occhi” della madre per conservare la diffusione di libido narcisistica che interessa ora, in sequenza, le funzioni e le attività principali delle differenti fasi maturative (esibizionismo anale, uretrale e fallico).

L’esibizionismo del bambino deve essere gradualmente desessualizzato e subordinato alle sue attività rivolte a una meta; ciò si raggiunge meglio attraverso le frustrazioni graduali –frustrazione ottimale - accompagnate da sostegno amorevole, mentre i vari atteggiamenti manifesti e latenti di rifiuto o di eccessiva indulgenza (specialmente l’amalgama di essi e/o il loro rapido e imprevedibile alternarsi) costituiscono il terreno emotivo per una vasta gamma di disturbi. Tali disturbi, che vanno da un’ipocondria grave a forme lievi di difficoltà, causano, da un punto di vista metapsicologico, un aumento di tensione esibizionistica con modalità di scarica complete o aberranti: l’Io cerca di assicurarsi la partecipazione dell’oggetto nell’esibizionismo del Sé narcisistico, ma, dopo il rifiuto da parte dell’oggetto, la scarica libera di libido narcisistica viene a mancare; invece della conferma piacevole del valore, della bellezza e dell’amabilità del Sé, vi è una vergogna penosa.

  • Fantasia grandiosa:

Mentre i bisogni narcisistici possono essere considerati l’aspetto pulsionale dominante del Sé narcisistico, la fantasia grandiosa ne è il contenuto ideativo. Anche in questo caso, che essa contribuisca alla salute o alla malattia, al successo dell’individuo o alla sua rovina, dipende dal grado di deistintualizzazione e dall’estensione della sua integrazione nei propositi realistici dell’Io.

In circostanze favorevoli, le forze neutralizzate - dell’esibizionismo e della fantasia grandiosa - che emanano dal Sé narcisistico (i bisogni narcisistici della personalità e le sue ambizioni) vengono gradualmente integrate nel tessuto dell’Io come sano godimento delle  attività e dei successi dell’individuo, e come senso adattivamente utile di disappunto, misto di rabbia e vergogna, per fallimenti e difetti.

  • Creatività:

La creatività in se stessa va considerata, secondo Kohut, come una delle trasformazioni del narcisismo. Nel lavoro creativo sono impiegate energie narcisistiche che sono state cambiate in una forma chiamata libido idealizzante (un oggetto investito di libido narcisistica viene incluso nel contesto del Sé).

L’individuo creativo, nell’arte come nella scienza, è meno separato psicologicamente dal suo ambiente dell’individuo non creativo; la barriera “Io–Tu” non è così chiaramente definita. In altre parole l’individuo creativo investe gli oggetti che ritiene significativi per il suo lavoro, di libido narcisistica-idealizzante.

  • Empatia:

L’empatia, che Kohut definisce come lo strumento mediante il quale raccogliamo dati psicologici, deriva direttamente dall’organizzazione mentale precoce in cui i sentimenti, le azioni, il comportamento della madre, sono stai inclusi nel nostro Sé. Questa empatia primaria con la madre ci prepara a riconoscere il fatto che esperienze interne fondamentali degli altri sono in  larga misura simili alle nostre. Poiché forme non empatiche di conoscenza sono dominanti nell’adulto, l’emaptia deve essere raggiunta rapidamente nell’infanzia.

Va detto, inoltre, che all’uso dell’empatia si frappongono comunque numerosi ostacoli, specialmente per periodi prolungati (come nel caso della situazione analitica); questi ostacoli derivano principalmente da conflitti legati al rapportarsi ad un’altra persona in una modalità narcisistica. In questo senso l’addestramento all’empatia è un aspetto molto importante dell’educazione psicoanalitica, e mira appunto allo scioglimento delle posizioni narcisistiche e a rafforzare la capacità del trainee di impiegare gli investimenti narcisistici trasformati in osservazione empatica.

  • Accettazione della propria caducità:

Secondo Kohut l’incondizionata accettazione intellettuale ed emotiva del fatto che noi stessi siamo transitori, che il Sé investito di libido narcisistica è limitato nel tempo, non si basa semplicemente sulla vittoria della ragione autonoma e di una superiore obiettività sulle richieste del narcisismo, ma sulla creazione di una forma più elevata di narcisismo: un narcisismo cosmico che trascende i limiti dell’individuo.

  • Umorismo:

L’accettazione della propria caducità e la solennità quasi religiosa del narcisismo cosmico hanno molto in comune con un ‘altra acquisizione unicamente umana: l’umorismo. Freud stesso aveva definito l’umorismo un “trionfo del narcisismo…l’affermazione vittoriosa dell’invulnerabilità dell’Io”. L’umorismo e il narcisismo cosmico sono entrambi trasformazioni che aiutano l’uomo raggiungere la padronanza sulle richieste del Sé narcisistico, cioè a tollerare il riconoscimento della propria finitezza o persino della propria fine imminente.

Il narcisismo cosmico e l’umorismo non si basano metapsicologicamente  sul disinvestimento del Sé mediante un frenetico iperinvestimento degli oggetti, ma sul disinvestimento del Sé narcisistico attraverso il riordinamento e la trasformazione della libido narcisistica: lo spazio dell’Io no viene ristretto, ma resta attivo e intenzionale. Tale riordinamento e trasformazione coincide con il trasferimento dell’investimento narcisistico dall’amato Sé agli ideali superindividuali e al mondo con cui si identifica.

  • Saggezza:

Né gli ideali (più fortemente investiti in gioventù), né la capacità di umorismo (generalmente all’acme durante la maturità), né l’accettazione della caducità (raggiunta di solito in tarda età) , sono sufficienti da soli a caratterizzare la saggezza (il cui raggiungimento è quindi riservato solo alle fasi più tardive della vita).

La saggezza va oltre la sfera cognitiva, sebbene, naturalmente, la includa. La saggezza può essere definita come un atteggiamento stabile della personalità verso la vita e verso il mondo, formato mediante l’integrazione della funzione cognitiva con l’umorismo, l’accettazione della caducità, e un sistema di valori  saldamente investito: la padronanza finale dell’Io sul Sé narcisistico.

Questa analisi delle forme e delle trasformazioni adattive del narcisismo permettono a Kohut di introdurre un nuovo concetto: il  sano narcisismo.

Il sano narcisismo è quindi legato direttamente all’autostima e alla capacità di  sviluppare in pieno le potenzialità e le capacità dell’individuo, e sotto questo punto di vista è molto simile alla revisione della definizione di salute mentale offerta da Maslow (Maslow, 1954) e dalla psicologia umanistica, e ormai accettata a livello internazionale: la salute mentale non può essere considerata solo come assenza di malattia!

Dunque il narcisismo all’interno della psicologia del Sé assume il ruolo di protagonista non solo nella patologia, ma anche nella  salute psichica; lo stesso complesso di Edipo in questo contesto assume un nuovo ruolo: vissuto in modo non patologico rappresenta una tappa fondamentale dello sviluppo sano del Sé, in cui il bambino sperimenta con gioia l’ammirazione dei genitori per i suoi progressi  verso un funzionamento del Sé più maturo e integrato.

Passiamo ora ad approfondire l’aspetto patologico e clinico, più strettamente teorico, del narcisismo all’interno della psicologia del Sé, facendo riferimento alla più importante e significativa opera di Kohut: “Narcisismo e analisi del Sé”, 1971.

Kohut inizia l’opera fornendo una rassegna schematica delle possibilità terapeutiche riguardo alle classi di disturbi psichici ben definite in termini dinamico-strutturali e genetici (che riprenderà in modo più approfondito ne “La guarigione del Sé” del 1977, e ne “La cura psicoanalitica” del 1984), in cui è seriamente menomata la libertà funzionale del Sé:

Disturbi primari del Sé:

  • Le psicosi: frammentazione, indebolimento, o  grave alterazione del Sé permanenti  o protratti.
  • Gli stati limite (borderline): frammentazione, indebolimento, o grave alterazione del Sé, coperti da strutture difensive più o meno efficaci.
  • Le personalità schizoidi o paranoidi: organizzazioni difensive che adoperano il distanziamento, si mantengono cioè a una distanza emotiva di sicurezza dagli altri – nel primo caso mediante la freddezza e la superficialità, nel secondo caso mediante l’ostilità e la sospettosità – e che proteggono il paziente dal pericolo di incorrere in una permanente o prolungata frammentazione, in un indebolimento o in una grave alterazione del Sé.

In tutti questi casi la situazione analitica non determina l’attivazione protratta del caos centrale del Sé, con una traslazione suscettibile di elaborazione, che è poi la condizione preliminare per mettere in moto i processi che dovrebbero condurre alla creazione ex novo di un Sé nucleare. Per produrre una guarigione non solo sintomatica, il processo terapeutico dovrebbe penetrare oltre gli strati organizzati – le strutture difensive – del Sé del paziente, e permettere una nuova prolungata sperimentazione delle oscillazioni tra il caos  prepsicologico e la sicurezza fornita dalla fusione primitiva con un oggetto Sé arcaico.

In questi casi è impensabile che il paziente possa sottoporsi, tramite il processo analitico, alla dissoluzione delle strutture difensive che l’hanno protetto per tutta la vita, e volontariamente accettare le indicibili angosce che accompagnano ciò che deve apparigli come il compito di fronteggiare uno stato prepsicologico che è rimasto caotico poiché, nella prima infanzia, l’ambiente d’oggetto-Sé è stato incapace di dare quelle risposte empatiche che avrebbero consentito l’organizzazione del mondo del bambino e sostenuto la sua innata fiducia in sé stesso. Naturalmente anche se la terapia non può creare un Sé nucleare, il paziente può comunque usare il terapeuta come oggetto-Sé, per costruire nuove strutture difensive, e soprattutto per consolidare le strutture difensive già esistenti. La terapia indicata in questi casi non è la psicoanalisi, ma la terapia ad orientamento psicoanalitico.

  • I disturbi narcisistici della personalità: frammentazione, indebolimento o alterazione del Sé temporanei, manifestati prevalentemente da sintomi autoplastici, come l’ipersensibilità alle offese, l’ipocondria, o la depressione.
  • I disturbi narcisistici del comportamento: frammentazione, indebolimento, o grave alterazione del Sé temporanei, manifestati prevalentemente da sintomi alloplastici, come la perversione, le delinquenza, o la tossicodipendenza.

In questi disturbi nel primo sviluppo si sono delineati i contorni di un Sé nucleare specifico. La strutturazione del profilo del Sé è rimasta però incompleta, col risultato che il Sé reagisce alle ferite narcisistiche con temporanee rotture, indebolimenti o disarmonie. A differenza del precedente gruppo di disturbi, tuttavia, la situazione psicoanalitica in questo casi fornisce una matrice in cui i difetti strutturali del Sé – difetti anche seri, che portano alla temporanea comparsa di sintomi gravi, quasi psicotici – vengono compensati attraverso la riattivazione dei bisogni di sostegno narcisistico (come il bisogno di rispecchiamento o il bisogno di fusione con un ideale) rimasti insoddisfatti nell’infanzia.

Sono queste ultime due classi di disturbi psichici su cui si concentra essenzialmente il lavoro teorico e terapeutico di Kohut.

Disturbi secondari del Sé

Questi sono disturbi reattivi e costituiscono le reazioni acute e croniche di un Sé consolidato e stabilito in maniera salda alle vicissitudini delle esperienze della vita nell’infanzia, adolescenza, maturità o senescenza, e non hanno molta importanza da un punto di vista clinico-terapeutico.

Nevrosi da conflitto strutturale (nevrosi di traslazione)

In questa classe di disturbi un Sé nucleare si è formato nella prima infanzia in modo più o meno solido, ma questo Sé è fondamentalmente incapace di realizzare le sue potenzialità creative e produttive (il suo programma nucleare di azione) perché le sue energie sono assorbite dai conflitti a cui è stato esposto nella seconda infanzia (complesso edipico). In questi casi la situazione analitica diventa l’ambiente in cui i conflitti irrisolti della seconda infanzia vengono riattivati nella traslazione, resi consci ed elaborati, e infine risolti, con il risultato che il Sé può ora volgersi ai suoi obiettivi  essenziali.

Esistono dunque delle debolezze del Sé che portano all’intensificazione e all’isolamento delle pulsioni sottostanti alle nevrosi edipiche classiche, e delle debolezze del Sé che portano ai fenomeni pulsionali tipici dei disturbi narcisistici di personalità. Esistono, inoltre, dei fallimenti d’oggetto-Sé che danno origine a disturbi narcisistici di personalità, e fallimenti d’oggetto-Sé che portano alle nevrosi edipiche o di traslazione classiche.

Torna in alto | Torna all'indice della categoria

V2.1 - design by line22