Freud e il narcisismo

Il modello freudiano del narcisismo è strettamente legato alla “teoria duale dell’istinto o delle pulsioni”. Secondo tale teoria, esistono due tipi di pulsione diverse: le pulsioni sessuali, miranti alla conservazione della specie, e le pulsioni dell’Io, o di autoconservazione, per la preservazione dell’individuo.La libido, o pulsione sessuale, opera tramite i cosiddetti “investimenti libidici”, che possono riguardare un oggetto (libido oggettuale, mediante cui l’individuo si relaziona con l’”altro”) o l’individuo stesso (libido dell’Io, che tende all’autoconservazione).

Lo sviluppo della libido prevede uno stadio di autoerotismo, scisso in due sotto-stadi: quello dell’autoerotismo vero e proprio e quello narcisistico, seguito lo stadio della “scelta oggettuale”, in cui le pulsioni trovano soddisfacimento in un oggetto al di fuori dell’individuo. Nello stadio del narcisismo primario, le pulsioni trovano un primo oggetto adatto al loro soddisfacimento, ma quest’oggetto non è ancora esterno all’individuo, bensì è il suo “Io” stesso, che inizia proprio in quel momento a delinearsi: le pulsioni dell’Io e i desideri libidici non sono ancora separati le une dagli altri. A questa “organizzazione narcisistica” non si rinuncerà mai più interamente: una certa dose di libido permarrà sempre nell’Io (libido dell’Io o libido narcisistica) e da essa stessa deriveranno i successivi investimenti oggettuali ad opera delle pulsioni sessuali (libido oggettuale). Caratteristico dello stadio narcisistico è l’onnipotenza delle azioni psichiche che deriva dal fatto che le pulsioni trovano nel soggetto stesso la loro “fonte” e il loro “oggetto”, che gli permette di raggiungere la “meta”: la “scarica”.

Dunque esiste un investimento libidico originario dell’Io, di cui, in seguito, una parte viene ceduta agli oggetti, ma che in sostanza persiste e che “ha con gli investimenti d’oggetto la stessa relazione che un organismo ameboidale ha con gli pseudopodi che emette”. Questo implica una qualche contrapposizione tra libido oggettuale e libido dell’Io: quanto più si impiega l’una tanto più si impoverisce l’altra (“vasi comunicanti”). Nella vita adulta, in situazioni di intolleranza alle frustrazione della realtà, la libido può essere reintroiettata e reinvestita sull’Io, creando uno stadio di narcisismo secondario, caratteristico delle nevrosi narcisistiche o schizofrenia, in cui la libido non è più disponibile agli investimenti oggettuali; tali disturbi non possono quindi essere trattati con la psicoanalisi per l’incapacità di sviluppare un’investimento sull’analista: transfert.

Riassumendo: Freud utilizzò nei suoi scritti il termine "narcisismo" in almeno cinque situazioni diverse in cui lo definì come:

  • una perversione sessuale (inizialmente rispetto allo stadio narcisistico in cui le pulsioni sono ancora frammentate);
  • uno stadio del normale sviluppo della libido (narcisismo primario), cioè della sessualità (la sessualità e l'aggressività - rispettivamente Eros e Thanatos - rappresentano dal 1920 le due pulsioni fondamentali dell'essere umano), ed in questo senso il narcisismo rappresenta “il completamento libidico all’egoismo della pulsione di autoconservazione”;
  • una caratteristica della schizofrenia, nella quale la libido verrebbe ritirata dal mondo esterno e investita sul soggetto, che pertanto risulta non trattabile psicoanaliticamente - introversione della libido o narcisismo secondario -;
  • un tipo di scelta dell'oggetto d'amore, nella quale l'oggetto verrebbe scelto in quanto rappresenta quello che il soggetto era o vorrebbe essere;
  • un costrutto posto in relazione al concetto di autostima, o sentimento di sé; esso deriva dall’ampiezza dell’Io e proviene:
  • dal residuo del narcisismo infantile primario;
  • dall’onnipotenza convalidata dall’esperienza (adempimento dell’ideale dell’Io);
  • dal soddisfacimento in amore (successo dell’investimento di libido oggettuale).

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