La psicologia del Sé (il modello di Kohut)

Il tema dal cui approfondimento Kohut trae le basi della psicologia del Sé è quello delle nevrosi narcisistiche ed in particolare la psicodinamica dei disturbi narcisistici.

Freud ipotizza una sola linea di sviluppo della libido, che parte dalla libido narcisistica e arriva a quella oggettuale, questo comporta che le nevrosi narcisistiche, in cui quindi è compromessa ogni possibilità di relazione oggettuale, ed in particolare l’instaurazione della traslazione, non siano trattabili con la psicoanalisi.

Kohut non condivide questa visione, anzi le sue ipotesi sono totalmente diverse.

Il modello kohutiano, infatti, prevede non una, ma due linee di sviluppo della libido, non strettamente collegate tra loro come vasi comunicanti, ma indipendenti l’una dall’altra e determinate non dall’obiettivo dell’investimento pulsionale (Sé o oggetto), ma da qualità intrinseche alle due pulsioni stesse: la libido oggettuale e quella narcisistica.

Il costrutto del Narcisismo (distinto in sano e patologico) è un concetto chiave della Psicologia del sé.

"La metamorfosi di Narciso", Salvador Dalì, 1937, olio su tela, cm 50x78, Tate Gallery, Londra.

Concetto cardine del modello kohutiano, sia per quel che riguarda lo sviluppo della personalità, che per ciò che concerne la patologia, è il .

Kohut definisce il Sé come un apparato psichico primitivo la cui coesione e integrazione è essenziale per lo sviluppo successivo dell’Io; il Sé rappresenta non solo una componente fondamentale della struttura psichica, ma addirittura il centro della personalità, ed è all’origine del sentimento per il quale l’individuo si sente un polo autonomo di percezione e iniziativa.

Pur essendo una dimensione intrapsichica il Sé si alimenta e si arricchisce nel rapporto con gli altri, a cominciare da quello con la madre; le relazioni oggettuali arcaiche, che si verificano nello stadio del narcisismo primario (quando la differenziazione Io – Tu non si è ancora completamente sviluppata) vengono investite di libido narcisistica, e gli oggetti, in questo caso, vengono definiti: oggetti-Sé (- principalmente i genitori - oggetti che sono adoperati per il mantenimento degli investimenti del Sé, o che sono esperiti come parte del Sé).

Lo sviluppo delle strutture psichiche e della personalità dell’individuo frustrazione ottimale, il fallimento non patologico da parte dell’oggetto-Sé nel rispondere alle necessità del Sé ancora non coeso e strutturato del bambino – concetto molto simile a quello di “madre sufficientemente buona” proposto da Winnicott (Winnicott, 1965).

Mediante le frustrazioni ottimali gli oggetti–Sé arcaici perdono il loro investimento narcisistico idealizzante (Sé grandioso e imago parentale idealizzata), che, attarverso il processo di interiorizzazione trasmutante, viene introiettato e utilizzato nella costruzione delle strutture psichiche del Sé (autostima, fiducia in se stesso, ideali, aspirazioni, Super-Io ecc...).

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