I meccanismi di difesa

I meccanismi di difesa sono processi psichici, spesso seguiti da una risposta comportamentale, che ogni individuo mette in atto più o meno automaticamente per affrontare le situazioni stressanti e mediare i conflitti che generano dallo scontro tra bisogni, impulsi, desideri e affetti da una parte e proibizioni interne e/o condizioni della realtà esterna dall'altra.

Sebbene ormai siano un costrutto trasversale ad ogni modello ed ogni approccio psicologico, i meccanismi di difesa nascono nel contesto della Psicologia dell'Io, che si occupa principalmente dei punti di forza, delle debolezze e delle funzioni dell'Io.

Storicamente il primo a parlare di difese in ambito psicologico fu Sigmund Freud che nel 1894 descrisse per la prima volta l'esistenza di operazioni inconsce che in quel momento indicò con il termine generico di "rimozione"; successivamente riconobbe l'esistenza del di alcune difese dell'Io, e ne descrisse le proprietà principali. Dopo di lui sua figlia, Anna Freud, approfondì il tema, soprattutto nell'opera "L'Io e i meccanismi di difesa" del 1936. Da allora i meccanismi di difesa sono stati studiati e approfonditi da numerosi autori.

Esistono due correnti di pensiero diverse a proposito della concettualizzazione e della classificazione dei meccanismi di difesa , una segue un criterio per così dire "orizzontale", e un'altra uno "verticale" (Lingiardi, Madeddu, 1994, Lingiardi, 2001).

Il primo prevede lo sviluppo e la comparsa dei meccanismi di difesa in base ad un ordine cronologico (A. Freud, J. Piaget, P. Cramer).

"Il sonno", Salvador Dalì, 1937, olio su tela, 51 x 78 cm, Collezione Privata.

Il secondo ipotizza una loro organizzazione gerarchica basata su caratteristiche intrinseche quali, ad esempio, il grado di complessità o il livello di distorsione della realtà (lo stesso S. Freud, R. Shafer, G. Vaillant, C. Perry).

Va detto però che, nonostante le classificazioni gerarchiche spesso si riferiscano a una linea temporale di sviluppo secondo il registro maturo-immaturo, esse non implicano che il livello di utilizzazione della difesa sia legato all'età o alla fase di sviluppo.

Individui della stessa età possono usare difese prese da qualsiasi livello della gerarchia (Lingiardi, Madeddu, 1994).

Questo secondo approccio è attualmente il più diffuso e utilizzato; ad esso inoltre si ispirano le classificazioni più complete, e più diffuse attualmente, di George Vaillant (Vaillant, 1986) e Christopher Perry (Perry, 1990); anche il DSM-IV-TR nella sua appendice sui meccanismi di difesa fa riferimento al modello di questi autori (Appendice B).

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